Eraldo S.

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by Giovanni D.

 

 

Nome: Eraldo S.

Sesso: maschile

Anno di nascita: 1916

Nazionalità: italiana

 

Signor Eraldo quando è nato?

Io sono nato il 23 novembre 1916 e mia moglie, Maria Atzori, è nata il 23 settembre 1925.

 

E come vi siete conosciuti?

Io ero al mulino, facevo l’autista e procuravo il grano duro da macinare. Una volta, per combinazione, è capitato che sono andato a casa sua per cercare grano e in quell’occasione l’ho conosciuta e abbiamo iniziato a frequentarci. Ricordo ancora che ci siamo dati appuntamento per la festa di Santa Greca, in un paese vicino, ma nonriuscimmo a incontrarci perché uno di noi ci andò il sabato e l’altro la domenica. Allora non c’erano i telefonini! A oggi siamo sposati da sessantaquattro anni e non sembra vero!

 

Signor Eraldo, ci parli un po’ della sua vita prima che conoscesse la futura sua moglie.

La mia è stata una vita sentimentale un po’ movimentata e nei posti dove sono stato quando ero militare ho cercato sempre la compagnia. Una ragazza che avevo conosciuto sotto le armi mi scrisse addirittura quando ero già fidanzato! È anche quando mi trovavo in Russia non mi feci mancare le solite avventure, ma quando poi partii per ritornare in Italia con queste ragazze, nonostante le promesse, non vi fu più alcun rapporto. In Russia ci stetti per 17 mesi. In sei anni di vita militare non ho mai fatto una licenza.

 

E di quel periodo ricorda in particolare qualche episodio?

Sí, ricordo di una volta quando durante una viaggio di trasferimento capitammo in una stazione dove sostavano dei vagoni carichi di cisterne che contenevano gasolio e benzina. E io che nel reparto mi occupavo del rifornimento di carburante venni inviato a “prelevare”, a rubare praticamente, quello che ci serviva. Io riuscii a riempire quattrodei sei fusti che avevamo portato e li caricai sul nostro autocarro prima che tre tedeschi intervenissero facendo addirittura svuotare ciò che altri avevamo già prelevato.Al rientro in caserma il maggiore chiese com’era andata e si arrabbiò parecchio perché secondo lui noi avremmo dovuto riempire tutti i fusti e non volle sentire ragioni. A prelevare il carburante ci aveva accompagnati anche un tenente, ma il maggiore che comandava il battaglione se la prese tuttavia solo con me.Al tenente andò tutto il merito e io, per punizione, venni inviato in prima linea dove rimasi con la mia compagnia per trenta giorni sulla riva del Don. Ci fecero successivamente rientrare in Italia e io fui destinato a Cagliari dove quando suonava l’allarme dovevo radunare i compagni per scappare al rifugio. Era una situazione che non mi piaceva e chiesi di venire trasferito e così quando capitò l’occasione di spostarmi a Muravera ne approfittai subito. Si stava bene e non c’erano pericoli e così per ingannare il tempo mi trovai una ragazza. Tanto per non perdere l’abitudine.

 

Ma quando vi siete sposati vi siete sposati qui a San Giovanni?

No, ci siamo sposati nel paese di mia moglie, a Santadi e poi siamo tornati a San Giovanni, dove io avevo un fratello prete, la cui presenza, fra l’altro, aveva subito convinto mio suocero ad accettare la mia proposta di sposare la figlia.In casa di mia moglie erano in dieci, noi in otto. Della famiglia di mia moglie i viventi sono attualmente otto e ne fa parte anche una suora. Io un fratello prete, mia moglie una sorella suora! Per il primo anno in famiglia erano tutti preoccupati perché non arrivavano figli. Ma alla fine del primo anno arrivó il primo, una femmina e quindi di seguito la seconda e la terza, con grande delusione da parte mia che aspettavo un maschio, che tuttavia non tardò ad aggiungersi alla famiglia.

 

Signor Eraldo lei ha lavorato al mulino e poi ha avuto un distributore di carburante. Com’erano quegli anni del dopoguerra?

Io lavoravo al mulino, come ho già detto. Andavo a prendere il grano a Cagliari e qualche volta si andava anche in Sicilia. Nel frattempo mi occupavo anche di un distributore dove lavoravano due ragazzi, ma alla fine fui praticamente costretto a fare una scelta perché non venivano accettati dei prestanome e decisi quindi di occuparmi solo del distributore.

 

E in quegli anni, quando i bambini crescevano, cosa facevate? Andavate alle feste? Come vi divertivate? O c’era solo il lavoro?

Feste non ce n’erano tutto il tempo veniva occupato dal lavoro.Quando andavo aCagliari col camion per prendere il grano partivo alle quattro del mattino e rientravo la sera tardi. Ma tutto sommato non sono stati dei brutti anni.

 

Signor Eraldo da piccolo ha frequentato la scuola?

Tranne un fratello che è diventato prete tutti gli altri abbiamo frequentato solo le Elementari. E poi, dopo i quattordici anni, a lavorare. Uno dei fratelli aveva lavorato alla centrale elettrica di Santa Caterina, in comune di San Giovanni Suèrgiu.

 

Suo padre e sua madre che lavoro facevano?

Mia madre era una casalinga, mio padre faceva il calzolaio e aveva come laboratorio tutta una stanza dove fabbricava le scarpe i le aggiustava. Mio suocero era un piccolo proprietario con una decina di operai. Aveva pecore, capre e mucche, ma la moglie morì quando avevaquarantaquattro anni e dovette occuparsi anche
dei figli. Una grande mano d’aiuto in quel periodo gliela diede Maria, di vent’anni, la figlia più grande che si occupò della sorella più piccola praticamente da sola. Maria era anche appassionata di cucitoe quindi era lei che provvedeva a tutte le necessità della famiglia. Poi ha continuato a lavorare anche per i nipotini.

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Signor Eraldo avrebbe mai immaginato di arrivare a cent’anni e di superarli? E oggi come trascorrete il vostro tempo?

Vedo la televisione e se c’è partita non me la perdo mai. Il giornale lo leggevo sino a poco tempo fa, quando ho incominciato ad avere qualche problema di vista.Ascolto la messa la domenica e ricordo di quando da bambino facevo il chierichetto.

 

Cosa vi piace mangiare? Cosa cucinate di buono?

Io mangio di tutto, ma in questo periodo non trovo la carne particolarmente tenera e preferisco il pesce. Anche oggi è passato il pescivendolo e mia moglie lo ha comprato. Ho fatto davvero una bella mangiata. Mia moglie invece consuma particolarmente le verdure. Io preferisco anche un bicchiere di vino.

 

Insomma è una buona forchetta. Ma cos’è che l’ha fatta arrivare a 104 anni?

Forse il carattere allegro tranquillo e ottimista.. Ho subito quattro operazioni, ma è sempre andato tuttobene.

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E adesso i nipoti vengono a trovarla? E quanti sono?

I nipoti sono sei i pronipoti sono otto. Sìvengono spesso a trovarmi. Alcuni erano qui anche ieri sera.

 

Adesso si dedica anche alle interviste e stasera ha pure conosciuto il sindaco donna che sta appunto facendo con lei questa bellissima chiacchierata sulla scia di tanti bei ricordi ancora così vivi nella sua memoria.

Sapevo che oggi il sindaco sarebbe venuto a trovarmi, ma non pensavo a una donna sindaco. Io però non mi sono mai interessato dipolitica, anche se vedevo che molti altri ci tenevano troppo e che facevano il diavolo a quattro per poter ottenere una carica pubblica.

 

Ma quando lei era giovane ricorda di persone che vivevano altrettanto a lungo?

No, non ce n’erano. Io ho perso tutti gli amici, parecchi dei quali morti anche molto giovani.

 

E San Giovanni è cambiato in questi anni?

Tanto. Ad esempio, qui dietro casa era tutto campagna e ristagnava in specie di palude piena di zanzare, ma dove ricordo che si catturavamo anche delle bellissime anguille.

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Quasi al termine dell’incontro arriva il figlio con la sua famiglia e la dottoressa Elvira Usai, sindaco del paese e intervistatrice del nostro simpatico centenario gli spiega la finalità dell’incontro in casa dei suoi genitori e di questapiacevole, interessante chiacchierata con suo padre.