Enrico F.

enrico

by Agnese C.

 

 

Nome: Enrico F.

Sesso: Maschile

Luogo di nascita: Luras (SS)

Anno di nascita: 1949

Residenza: Carbonia (SU)

Nazionalità: Italiana

 

All'epocaIn quale anno è nato?

Sono nato nel 1949

 

Descriva brevemente le sue condizioni di vita dall’infanzia alla pensione.

Provengo da una famiglia numerosa di 8 figli, 4 maschi e 4 femmine. Fino all’età di8 anni ho vissuto con una zia euno zio paterno, e solo settimanalmente incontravo la mia famiglia di origine.Ho frequentato le scuole ad Olbia fino alla 4^ elementare;dalla 5^elementaresono rientratoin famiglia dai miei fratelli, sorelle e genitori.Ho frequentato lescuole medie a Calangianus, poi a Tempio Pausania ho studiato per cinque anni ragioneria.Ho sviluppato un rapporto molto forte con miazia. Non ho conosciuto i miei nonni, ma entrambi i miei genitori provenivano da famigliemoltonumerose, di 8 figlianche le loro, ma entrambe le famiglie possedevano un certo benessereeconomico: miononno materno era un notaio, i miei nonni paterni erano dei possidenti e commercianti disughero. Avevo unlegamemolto forte con lafamiglia paterna:quattro sorelle di babbo,non sposate, eranomolto bendisposte nei nostri confronti.Gli anni della mia infanzia li ho vissuti fuori casa, con due zii paterni, che hanno determinato un certo distacco con i miei fratelli, ampiamente colmato al rientro a casa all’età di 8 anni. Nel prosieguo degli anni ho fatto nuove esperienze di vita con un’altra zia paterna: da leiavevo la mia cameretta e potevo ricevere i miei compagni di scuola per studiare con loro.Sono sempre stato considerato piùfortunato dai miei fratelli, siaper una maggiore autonomia rispetto a loro, sia per qualche agevolazione in più che ho potuto avere graziealla disponibilità della mia zia che mi ha allevato.

 

Ci parli del suo lavoro e delle altre attività che ha praticato.

Nel tempo libero mi sono potuto ritagliare un grande spazio per Azione Cattolica, allenavodellesquadre di ragazzi per i tornei di calcio oratoriali; ho frequentato parecchio la vita dell’oratorio, si giocava a calcio balilla, a ping pong, si partecipava a commedie teatrali. Poi ho ricevuto lachiamata per il serviziomilitare: sono stato aTrieste per oltre un anno, al rientro mi sono goduto un po’ di riposo e poi ho iniziato a lavorare con mio padrein fabbrica. Ricevetti quasi subitounaproposta di lavoro a Carbonia:iniziai la mia carrieracome ragioniere in Esattoria (un’attività che ho proseguito fino alla pensione) e mi sistemaia mezza pensione presso delle brave signore di Carbonia. Un’esperienza interessante è stata quella con gli Scout AGESCI: mi diedero, quasi subito,responsabilitàdi capo gruppo in collaborazione con un mio grande amico sacerdote e una cara amica; mi fecerosubito capo scout, con l’aiuto di capi più esperti e maturi. In quel frangente ho potutola mia futura moglie. Molte delle mie amiciziepiùsincere sono nate proprioin quell’ambiente, emi sono statevicine tutta la vita a Carbonia. Come ho anticipatopoco fa, ho avuto la fortuna di instaurareuna sincera amicizia con un amico Sacerdote e caposcout, una figura che è stata per me un consigliere e un amico fraterno fino alla sua partenza per Roma, dopo tanti anni fianco a fianco a seguire i ragazzi.

 

E l’incontro con sua moglie?Il matrimonio?

Fino al matrimonio ho vissutoa mezza pensione con una signora anziana,che ricordo con grande affetto. Nel 1975io e mia moglie decidiamo di sposarci, dopo essere finalmente riuscito ad avere una casa dello IACP, l’Istituto Autonomo delle Case Popolari, ea ristrutturarla. Un anno dopo il matrimonio abbiamo avuto la nostraprimae unicafiglia. Il rapporto coniugale eraottimo, proprio per la nostra differenza di carattere io e mia moglie ci siamo integratia vicenda;abbiamo bisticciato spesso, ma siamo rimasti sempre molto uniti. Ci piaceva viaggiare, equando si presentava la possibilitàci regalavamouna gita che compensavatutte le altre vicende. Ho proseguitocon il mio lavorod’ufficio,e anche mia moglie si era trovataun lavoretto da ragioniera presso un commerciante di vini. Abbiamo cresciutola nostra figlianella casa IACPfino all’età didieci anni, poi nell’80 ho iniziato acostruire la nuova casa insieme con il fratello di mia moglie e dopo 6 annidi lavori, finalmente, siamo riusciti a trasferirci in casa nostra. Sono stati anni disacrifici, ma ho sempre avutotanti aiuti da parte dei parenti. Fino ad ora la mia vita si può considerare soddisfacente.

 

Quali erano i rapporti intergenerazionali nella sua famiglia?

I rapporti con la famiglia d’origine sono semprestati molto stretti; ma anche con la famiglia di mia moglie c’è un contatto molto diretto. Prima di fare scelte importanti mi sono sempre confrontatocon i miei genitorie con le mie zie,quelle che mi hanno cresciuto quando ero bambino. Sia gli uni che le altresono sempre statipronti a venirmi incontro quando ne ho avuto bisogno, anche in occasione della costruzione della mia nuova casa: mi hannosupportato con prestiti e donazioni. I rapporti con i miei genitori erano buoni,anche se ci separava una distanza chilometrica; matre o quatto volte l’anno riuscivamo a riunirci in casa loro; dopo il matrimonio, ogni anno trascorrevano un po’ di tempo a Carboniacon me e mia moglie. Mia suocera era sola perché vedova, e anche con lei si è instaurato un rapporto filiale molto forte,e spesso si univa a noi perqualche uscita anche importante. Maal rientro ognuno tornavanella propria casa, non ha mai vissuto con noi. È morta all’età di75 anni.I miei genitori hanno vissuto fino alla fine nella casa di famiglia insieme amia sorella.Allo stesso tempo avevo buoni rapporti anche con i miei colleghi di lavoro, più grandi di me, che mi hanno saputoconsigliare.Anche con i capi scout c’è stato un buon rapporto di trasmissione dei valori e di conoscenze.

 

Per favore, faccia un confronto tra quello che pensava della vecchiaia quando era giovane, le sue aspettative sulla vita da pensionato e come vive realmente ora.

Ho sempre avuto, fin da giovane, molto rispetto per gli anzianie immaginavo la loro vecchiaia: se in salute, ipotizzavo che potessero trascorrerla serenamente nella propria casa, magaricon l’aiuto di un familiare;l’opzione ospizio mi ha sempre lasciato perplesso, la ritengo un’ipotesi da non considerare, salvo casi limite di solitudine assoluta, per quelle persone che non hannonéfigli né amici.Per quanto riguarda la mia pensione,spero di viverla in casa mia, se in buona salute, con mia moglie. Non escludo la convivenza con la famiglia di mia figlia, ma in età avanzata.

 

Descriva brevemente le sue condizioni di vita attuale e le sue abitudini quotidiane.
Il mondo del volontariato è stato il mio modo di vivere fin da giovane:Azione Cattolica, calcio, scout; mi sono occupato anche di pronto soccorso e sono un donatore di sangue. Oggi,nella maggiore età ed in pensione,il raggio d’azione del volontariato si è ampliato ulteriormentee oltre ai soliti impegniho aggiunto la collaborazione con altre associazioni, tra cui la Pro Loco, l’Associazione della Terza Età.Poi tra i miei impegni e i miei hobby ci sono laginnastica, il ballo, il teatro e le gite d’istruzione che completano le miegiornatee quelle di mia moglie.Gli impegni e le attività organizzate conl’Università della Terza Età ci danno modo di conoscere la nostra regione e di acquisire nuove competenze:cerco di aiutare l’organizzazione e mi rendo sempre disponibile per vari lavori,sia contabili che di giardinaggio o di puliziadegli ambienti. Spero di poter fare qualcosaanche in vecchiaia. Nelle varie associazioni di cui faccio parte ho sempre avuto incarichi a livello amministrativo o di verifica. Cerco di godermi un po’ di tranquillità con la mia famiglia, composta da mia moglie, miafiglia, miogenero e il nipotino, oltre ai parenti allargati.Anche l’ambiente della Chiesa Cattolica mi è congeniale e mi aiuta ad essere positivo, completa la mia vita, mi permette di aiutare le persone che sono in difficoltà.In sostanza cerco di tenermi in attività,sia fisica che mentale,portando avanti tutti questi mieiimpegni traassociazione, teatro, viaggi di piacere, vita sociale in genere: sono attività che riempiono le miegiornate.

 

Quali sono i suoi rapporti con i social media? Li usa quotidianamente?

A fine giornata guardo sempre la televisione, seguo in particolare il telegiornale per tenermi informato. Il telefonino la possibilità di mandare facilmente deimessaggi miaiutano a tenerei contatti con parenti e amici. Il computerè diventato la mia penna, mi diletto anche a scrivere delle poesiein dialetto.

 

Quali sono le cose che riescono a motivarla maggiormente?

Penso che sia molto importante tenere i contatti con familiari e amici, non essere egoisti, tenersi in attività fisica e mentale quanto basta, fare ginnastica, buone letture e viaggi.

 

Qual è, secondo lei, il ruolo principale dei pensionati?

Ritengo che il pensionato nella società svolgaun ruolo importante:devetrasmettere i valori della vita alle nuove generazioni, e l’esperienza vissuta porta la saggezza, colma i vuoti a cui lo Stato non può sopperire. Inoltre fare volontariato,a qualsiasi livello è un compito che rende la vita più piacevole e si può fare qualunque sia lo stato finanziario dell’anziano.

 

Qual è il suo messaggio per le giovani generazioni?

Il messaggio che mi sento di lasciareai giovani è: vivete l’oggi, preparando il domani; pensate a prepararvi una giusta pensione e vivete la vita con entusiasmo e ottimismo, domani sarà sempre meglio.Pensare positivo aiuta a superare tutti gli ostacoli, un sorriso non costa nulla, ma può aiutare chi ci ascolta;piccoli gesti di bontà e di aiuto verso gli altrirendono la vita più bella, anche la mancia data alla zingara che sta sempre al mercato o un succo di frutta donato al venditore ambulante fuori dal supermercato non ci costa gran che, ma può significare molto per chi lo riceve.